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Hollywood indipendente: il cinema USA degni anni 60

La più importante e di fatto la prima vera clamorosa crisi del cinema hollywoodiano avvenne all’inizio degli anni 60. Le ragioni furono molteplici: ci fu l’arrivo della tv di massa, scomparvero dalla scena i grandi tycoons dell’epoca d’oro, da David O. Selznick a Samuel Goldwin , lo star system diede segni di cedimento e l’effetto fu una caduta verticale degli incassi al botteghino. Il film simbolo del tracollo hollywoodiano fu il mastodonte “Cleopatra” del 1963 che diede un discreto contributo al fallimento della Fox, una delle grandi major. La grave malattia dei grandi studios che sembra terminale agli occhi degli osservatori è invece la condizione per la rinascita di un cinema con caratteristiche completamente diverse: abbandonato il glamour e il kolossal si affacciano sulla scena autori con tutt’altre ambizioni e ispirazioni, con film di modesto budget ma capaci di raccontare criticamente il paese, il disagio delle nuove generazioni e delle classi emarginate e, non ultimo, rivedendo la narrazione classica della storia della conquista dell’ovest. Dal punto di vista culturale sono quindi anni assolutamente sorprendenti , da cui usciranno i nomi che sosterranno la rinascita del cinema americano, che però non sarà più quello di prima almeno per i successivi 20 anni. Nomi che resteranno nella memoria come gli artefici di un ricerca cinematografica indipendente, autoriale, non accondiscendente con il potere, anzi basata su presupposti decisamente critici. Il film simbolo di questa ripartenza è Easy Rider del ’69 di Denis Hopper, che risente degli umori giovanili di quegli anni così permeati dalla ribellione giovanile, ma prima di lui abbiamo visto all’opera Sam Peckimpah con il suo antiwestern, Arthur Penn con i suoi giovani banditi che rapinano banche in un’America rurale e dimenticata, e poi ancora Peter Bogdanovich, Sidney Pollack, Bob Raphelson, John Cassavetes e molti altri ancora. Un fiume in piena di registi e opere che hanno sorpreso il mondo e che rimangono nella memoria come uno dei momenti più profondi del cinema USA, per la prima volta capace di uscire dagli schemi e dagli eccessi per guardare in faccia la realtà amara dell’attualità e della storia.