SINEMAHLezioni

Un mito alla volta: CASABLANCA

Casablanca non è entrato nell’Olimpo dei film mitici per il suo evidente antinazismo e per il suo schierarsi così a favore dell’impegno individuale e collettivo contro i regimi totalitari dell’Europa della seconda guerra mondiale. Certo questo è il motivo di fondo del film ma non certo ciò che ha emozionato intere generazioni e che lo ha reso indimenticabile, altri film sullo stesso tema hanno sicuramente lasciato tracce più profonde e articolate. Il fascino indelebile di Casablanca è invece insito nella sua dinamica espressiva laddove luoghi, personaggi, ambienti, musiche e dialoghi assumono talvolta la valenza di stereotipi ma in numerose occasioni di veri e propri archetipi dell’immaginario collettivo, in quanto tali del tutto indifferenti al passare del tempo. Ecco perché uno spettatore del 2020 può emozionarsi di fronte alla tormentata storia d’amore dei protagonisti e al destino di Rick che contiene in sé elementi apparentemente inconciliabili come il cinismo e l’eroismo. Curtiz e il suo direttore della fotografia sono memorabili nell’uso della luce che illumina e oscura i volti quando necessario e che immerge gli ambienti in un’atmosfera quasi onirica, perfettamente funzionale alla presa emotiva di chi guarda e a favore di un processo di immedesimazione che ancora oggi , a 80 anni di distanza, risulta essere irresistibile.