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007, l’agente segreto che non muore mai

Non ci sono dubbi, tra i numerosi miti cinematografici l’agente segreto 007 che nasce dalla penna di Jan Fleming nel 1953, fa la sua apparizione al cinema nel 1962 ed è vivo e vegeto nel 2020, vince di gran lunga la gara di resistenza e durata. Nessuno tra i vari eroi dello schermo, da Maciste a Superman, da Batman a Zorro, da Tarzan a chi volete voi è campato così a lungo. Certo durante i 60 anni di vita sono cambiate le facce, ma anche le personalità e, naturalmente, le storie che via via si sono adeguate al contesto politico del momento, dalla guerra fredda al terrorismo dei giorni nostri, ma intanto lui è sempre lì, con il suo marchio, la sua pistola, la sua musica e le sue improbabili avventure. Le quali però hanno sempre una funzione rassicurante, 007 ci protegge dal male del mondo che così sovente si presenta come ingovernabile e minaccioso e, con grande sprezzo del pericolo e a rischio della sua incolumità, alla fine, proprio all’ultimo secondo, riporta l’ordine e la pace che tutti desideriamo. Impossibile non ammirare un tipo del genere e non tornare a vederlo tutte le volte che ritornava, di solito negli anno d’oro sempre a Natale, e le code ve le lascio immaginare, perché James non ne sbaglia una, vince al tavolo del casinò, sciupa qualsiasi meravigliosa femmina che gli capita a tiro, è sempre un po’ più furbo e intelligente del nemico e, fuoriuscendo dal mare dopo un’immersione pericolosa si toglie la tuta da sub per rimanere in smoking bianco di taglio perfetto con tanto di garofano all’occhiello. E quando beve il vodka Martini avverte regolarmente il barman che va agitato e non mescolato. E si potrebbe continuare a lungo ma non vale la pena perché tutti ricordiamo lo speciale fascino dell’agente segreto con licenza di uccidere, quello che gli ha permesso di invecchiare e non morire mai e di tornare per l’ennesima volta a presentarsi : mi chiamo Bond, James Bond.