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ORSON WELLES, Genio ribelle

Predestinato dal suo talento precoce a diventare un autore di prima grandezza, troverà sulla sua strada i tipici ostacoli che il sistema hollywoodiano frappone laddove la personalità degli autori risulta eccessivamente dirompente, innovativa, polemica , fuori dalle righe , costosa e poco commerciale. Così il povero Orson che tenterà di ribellarsi dei vincoli e delle limitazioni che per tutta la vita gli verranno posti , di fatto perderà la sua battaglia e non potrà impedire il massacro in fase di montaggio de “ L’orgoglio degli Amberson”, i condizionamenti progressivi in altre produzioni e alla fine l’espulsione dal sistema. Sara una continua ricerca di finanziamenti in giro per il mondo e quando vediamo Welles in qualche parte di generale messicano in un western all’italiana sappiamo che lo stipendio è destinato al proseguimento di qualche suo lavoro incompiuto . E’ in questo modo precario che riesce a completare uno dei grandi capolavori della storia come l’ “ Otello” da Shakespeare , ma impiegherà quasi 4 anni per portarlo a termine fra continue interruzioni per mancanza di risorse e relativa ricerca. E pensare che dopo il radiofonico “ La guerra dei mondi “ dove lui fu talmente convincente che gli americani scapparono in massa dalle case per la paura degli alieni, la RKO gli diede carta bianca per realizzare qualsiasi cosa avesse voluto portare sullo schermo . E lui giovanissimo genio ribelle, senza peli sulla lingua , prende in mano la cinepresa e comincia a girare come nessuno aveva mai fatto prima , aumentando a dismisura il potenziale espressivo del mezzo, dando vita a un racconto in cui maltratta uno degli uomini più importanti degli Usa , Randolph Hearst , il grande magnate della carta stampata. Era “Quarto potere” , che fece sobbalzare sulla sedia il pubblico, la critica , i dirigenti della RKO, l’intera Hollywood. Sobbalzò anche naturalmente, il potente Randolph , ma per motivi diversi dall’ammirazione, come è facile immaginare.