SINEMAHLezioni

Breve storia del CINEMA FRANCESE, dagli anni 30 ai 70

Inizieremo parlando del cinema francese tra le due guerre. Se non fosse morto così giovane a soli 29 anni, il cinema francese avrebbe avuto a disposizione, a partire dai primi anni 30, un talento straordinario che avrebbe lasciato una traccia indelebile nella storia di questa cinematografia almeno al pari dei suoi autori più riconosciuti. Si chiamava Jean Vigo e ci ha lasciato due soli lungometraggi, ma di rara bellezza visionaria e di pungente spirito critico nei confronti della società di quel tempo che il giovane Jean non amava affatto. “Zero in condotta “ e “ L’atalante” li conosciamo bene ma per capire quanto precoce fosse il valore di questo giovanissimo artista va ricordato “ A propos de Nice”, documentario che mette alla berlina la borghesia francese con le sole immagini, che Vigo realizza a 24 anni. Tra le due guerre il cinema francese comunque non si è certo fatto mancare altre personalità di valore assoluto, al contrario dei paesi dove si diffonde il totalitarismo come Italia , Germania e Spagna, che, con il loro carico di film di frivola evasione e in qualche caso di sfacciato schieramento propagandistico non hanno lasciato segno. La Francia rimane baluardo di resistenza di un cinema d’autore impegnato sul fronte della democrazia, della pace e della libertà. Nel buio di un’Europa che si prepara alla catastrofe si accendono così le luci dell’opera di Jean Renoir, a cui dobbiamo, tra gli altri, il capolavoro pacifista “La grande illusione”, di Marcel Carnè con il suo indimenticabile “Il porto delle nebbie”, un cult movie che, nel suo pessimismo dai forti contrasti melodrammatici sembra annunciare i tempi nefasti in arrivo. Per non dimenticare Julien Duvivier de “ Il bandito della casbah” o Pepè le moko” fino a Renè Clair con “ A nous la libertè” del 1931 , emblematico fin nel titolo, dove ritroveremo una sequenza di cui persino il grande Chaplin è debitore.