SINEMAHLezioni
Un mito alla volta: APOCALYPSE NOW
Il più complesso, profondo, sensazionale e dannato film di guerra della storia del cinema possiede tutti i connotati necessari per il riconoscimento mitologico, perché ad “Apocalypse now” non manca nulla di ciò che di solito trasforma un film in un oggetto di venerazione senza tempo, anzi qui si è voluto esagerare e terribilmente celebre e discussa in ogni dove, prima del film stesso, fu la sua apocalittica storia produttiva. Nelle Filippine, dove si girava in piena giungla tropicale è successo di tutto e metà di quelle disgrazie avrebbero provocato la rinuncia definitiva e il rinvio a tempi migliori di qualsiasi altra produzione, mentre Coppola mettendo in gioco tutto, soldi, salute, relazioni riuscì a terminare le riprese dopo un anno e 6 mesi di lotta per la sopravvivenza. Alla fine ha consegnato al pubblico un eccitato e spettacolare viaggio alla ricerca del male e della follia genocida della civiltà occidentale, un esame di coscienza collettivo sulle tragedie dell’imperialismo , moderna e altrettanto tragica emanazione del colonialismo europeo. Il colonnello Kurtz di Marlon Brando, evocato da Coppola da “Cuore di tenebra “ di Conrad, è uno dei personaggi più sconvolgenti e, a suo modo, malignamente affascinanti che siano comparsi sullo schermo, emblema della contraddizione di quell’occidente che impone spietatamente il suo dominio nel terzo mondo ma che si autoassolve fermandone gli eccessi. E l’ultima affermazione di quell’anima nera che ha portato all’estremo la logica coloniale resterà scolpita nella memoria di tutti : “avete il diritto di uccidermi ma non quello di giudicarmi”.